NON CI SONO CONSIGLI



di Margherita Castagna


Se è vero che tu nella tua vita sei la persona più importante, solo partendo dall’amore per te potrai amare gli altri. Perché solo amando sé stessi si può VEDERE l’altro. Amore significa vedere totalmente l’altro e accettarlo, riconoscerlo e valorizzarlo per quello che è: se questa operazione non avviene prima verso noi stessi, sarà impossibile farlo verso un’altra persona; se noi siamo in grado di riconoscere solo certe parti di noi e ne disconosciamo altre, inevitabilmente saremo ciechi per metà. Nell’altro, che è anche uno specchio per noi, non saremmo mai riconoscere quelle parti nascoste e denigrate come nostre, dunque potremmo attribuirle totalmente all’altro per esempio, o non accettarle in lui. Non riusciamo a vedere chi abbiamo di fronte se prima non vediamo noi, perché noi siamo la lente con cui leggiamo il mondo, e una lente per permetterci la visione deve essere trasparente.
L’amore verso sè stessi avviene nel RICONOSCIMENTO di sé. Questo significa in prima battuta conoscersi, sapere cosa vogliamo e cosa no. Non è certo un compito facile. Per capire chi siamo partiamo dalle scelte che facciamo, dalle azioni e dai pensieri. Da quello che ci piace e quello che non ci piace. Riusciamo ad essere onesti in questo? Nel dirci davvero cosa ci piace e cosa no? Cosa pensiamo e cosa desideriamo, i nostri ideali e le nostre azioni. Chiaramente saremo diversi dai nostri ideali, dai nostri desideri, dalle nostre azioni e persino dalle nostre idee. Tutto questo cambia e spesso è in contraddizione. L’IO consiste nel cogliere una continuità in tutto questo, una rete. TU sei quella continuità. Quel filo conduttore. È difficile avere il coraggio di guardarci dentro e ammettere come siamo in realtà, i talenti ma anche quelli che consideriamo difetti. Quello che di noi può far male a noi stessi e agli altri. Se riusciamo a guardarci davvero e ammette le nostre contraddizioni, accettando quel livello di frustrazione che questo ci crea, beh quella è la base per l’accettazione di sé. Un primo sguardo vero e pulito verso noi stessi. Dallo sguardo allora può nascere un reindirizzamento, quando prendiamo una strada o facciamo una scelta sbagliata. Ma sbagliata per chi? Chi dice che qualcosa è sbagliato? Penso che un buon criterio sia semplicemente evitare ciò che fa del male a noi o agli altri. Seguendo questo principio apparentemente semplice, dovremmo essere in grado di stare bene. Spesso però quello che desideriamo per noi è in contrasto con quello che vorremmo per gli altri. È chiaro che spesso si frappongono tra noi e un buon ideale delle scelte che non son sempre vantaggiose ugualmente per i due poli sé-altro. Penso che dovremmo sempre tendere al miglior compromesso, alla miglior scelta per entrambi. E quando ci saranno contraddizioni, imperfezioni, accettiamole.
La meta serve per seguire un cammino. Possiamo sicuramente cercare di lavorare su questo, attraverso un percorso di conoscenza di noi stessi e di ciò che si frappone in sostanza tra noi e il nostro benessere. Non si tratta di un lavoro di ricostruzione razionale di noi stessi, non si tratta di ferree imposizioni violente sui nostri pensieri, emozioni o azioni. Si tratta piuttosto di accettazione, quella di cui parla anche il Buddismo, ma non si tratta di un’accettazione passiva. Si tratta di un’accettazione attiva e riflessiva. Di una costruzione per gradi, di un percorso, che sicuramente avrà sbandamenti e ostacoli, ma che sa darsi una direzione e che ci fa star bene durante il cammino.
Tu diventerai maestro di te stesso se avrai il coraggio di guardarti con onestà e umilmente rimetterti nel tuo cammino. Un percorso verso l’accettazione piena di sé, la realizzazione ed espressione di questo sé che porta alla felicità. Inizia da te, e come dicevo non da imposizioni, ma dal tuo ascolto. Anche ascoltarsi può non esser per niente facile, e per questo spesso c’è bisogno di un’altra persona che possa aiutarti, attraverso il suo ascolto su di te. Ti vedrai attraverso questa persona, per poi diventare tu stesso il tuo maestro.

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